L’amministrazione di Palazzo delle Aquile deve riequilibrare al più presto la situazione contabile. Si allontana l’ipotesi del “sacrificio” dell’Amia, a cui andranno i ricavi Irpef
Il sindaco, incontrando i sindacati che minacciavano nuovi scioperi, ha definito una “priorità” il rilancio dell’ex municipalizzata e si è detto certo che il piano industriale targato Lo Cicero permetterà di evitare il fallimento della società, peraltro già richiesto dalla Procura del capoluogo. Una certezza, quella di Cammarata, incrinata tuttavia dalla pendenza di ricorso al Tar sull’Irpef che potrebbe far nuovamente crollare il castello di carte dell’esecutivo.
“L’aumento dell’addizionale Irpef – accusa Nadia Spallitta, capogruppo di Un’altra storia – è illegittimo e non può essere usato, non solo con decorrenza dal 2010, ma anche dal 2009. Ritengo, infatti, che lo sperpero di denaro della giunta Cammarata, che oggi ha portato il disequilibrio, non debba gravare sui cittadini”.
La Spallitta lancia quindi sul tavolo del ragioniere generale e del revisore dei conti una serie di proposte per reperire risorse alternative tra le pieghe di bilancio. Si va dai contributi ai teatri Biondo e Massimo (6 milioni), alla spesa prevista dal rilascio dei pass Ztl (4 mln), dalle risorse previste per una convenzione con Arpa ancora non stipulata (3 mln), all’azzeramento delle spese superflue delle aziende comunali, fino alla revoca degli incarichi esterni e del piano di comunicazione.
Allo sconquasso finanziario creato dalla sentenza del Tar fanno infatti da contraltare gli spazi televisivi acquistati dal Comune per illustrare quanto di buono fatto dall’amministrazione comunale. Gli spot istituzionali, in onda in questi giorni, non hanno mancato di suscitare polemiche, soprattutto per la spesa affrontata da Palazzo delle Aquile: 323mila euro ripartiti tra tredici emittenti locali.