PALERMO – È di passione l’inizio dell’anno scolastico per i lavoratori del mondo della scuola.
Domenico Rossi, assistente tecnico di informatica, 59 anni di età e 12 di precariato sulle spalle: “Ho tre figli da mantenere, di cui due universitari e una che va al liceo. Lo stipendio di mia moglie non sappiamo come dividerlo prima”. Il personale tecnico invoca le direttive europee che indicano la strada della stabilizzazione dopo 36 mesi di precariato e rivendica il proprio ruolo nella scuola pubblica.
“Il Consiglio di Stato – ricorda Russo – ha dichiarato i tagli illegittimi, altrettanto ha fatto il Tar Lazio. Mi chiedo che senso abbia fare progetti per la legalità nelle scuole quando il ministro è il primo a non rispettare le sentenze”.
Già, le sentenze. Anche in Sicilia il personale precario ha ottenuto una prima vittoria, dopo aver impugnato il decreto che ha imposto i tagli nell’Isola. Nei giorni scorsi, infatti, il Tar Palermo ha accolto in sede cautelare il ricorso presentato dal personale Ata della provincia, dichiarando l’illegittimità della riduzione dell’organico per violazione dei parametri di calcolo, predeterminati in modo uniforme sul territorio nazionale in base a precise tabelle.
Esprime soddisfazione l’avvocato Nadia Spallitta, che ha predisposto il ricorso dei precari: “È la prima volta – spiega – che si ottiene una pronuncia così netta, in relazione ai tagli all’organico, e mi auguro che ci sia uno spirito di collaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale, che si consenta a tanti lavoratori di riprendere l’attività lavorativa interrotta a causa dell’ingiusto ridimensionamento, e che si garantisca così anche la funzionalità della scuola”.
Il quadro nazionale. Il provvedimento molto gravoso in Sicilia
PALERMO – A chiarire meglio i contorni della pronuncia della magistratura amministrativa è il legale dei precari, Nadia Spallitta: “Il Tar ha disposto il riesame della riduzione dei posti disponibili, imponendo al Provveditorato di attenersi al Dpr 119 del 2009, in modo da garantire, tra l’altro, l’uniforme applicazione sull’intero territorio del ridimensionamento, che, invece, in questo momento grava eccessivamente sulle graduatorie delle province siciliane. È un primo successo – aggiunge la Spallitta – anche perché viene riconosciuto il danno grave e irreparabile, e quindi la posizione legittimante dei precari della scuola. In altre parole, anche il Tar, nei fatti, riconosce il titolo e il diritto al lavoro del personale Ata, inserito nelle graduatorie provinciali permanenti da più di 36 mesi”.