Stamattina le forze dell’ordine hanno eseguito un’ordinanza di sgombero dei locali del centro sociale Laboratorio Zeta di via Arrigo Boito a Palermo, dopo che il provvedimento di sfratto era divenuto esecutivo. Polizia e carabinieri, assieme a vigili del fuoco e polizia municipale, hanno presidiando la zona, che è stata chiusa al traffico.
Dal 2001 è stato occupato da un gruppo di attivisti e da allora è diventato un punto di riferimento in città anche per i migranti richiedenti asilo politico che lì trovano rifugio. Tra i manifestanti anche il consigliere Nadia Spallitta, capogruppo di Un’Altra Storia che ha dichiarato: “Questo sgombero è incomprensibile e inaccettabile, il Laboratorio Zeta è da anni impegnato con serietà, senza contributi e con spirito di solidarietà, nella tutela dei diritti degli immigrati. Il Sindaco da mesi aveva espresso apprezzamento per l’attività di questo centro e si era impegnato per trovare una soluzione che, da un lato regolarizzasse la posizione del Laboratorio, e dall’altro tutelasse i diritti dello IACP proprietario dell’immobile. La vicenda nasce intorno al 2003 quando l’immobile era stato concesso in locazione ad ASPASIA un’associazione privata, anche se nel frattempo veniva sfruttato da anni per dare accoglienza agli immigrati aventi diritto d’asilo”.
Con lei hanno manifestato anche alcuni sindacalisti della Cgil ed esponenti politici, tra cui Antonella Monastra, i manifestanti, inoltre hanno allertato il senatore dell’Idv Fabio Giambrone e l’eurodeputato del Pd Rita Borsellino che sono in contatto con le autorità competenti.
“Nel 2008 l’associazione conduttrice ottiene una sentenza di sfratto esecutiva – continua la Spallitta – inizialmente sospesa alla luce della rilevanza delle attività sociali svolte in via Arrigo Boito e dell’impegno dell’Amministrazione di reperire un immobile alternativo. In tutti questi mesi, tuttavia, l’Amministrazione non ha avuto la capacità di trovare una soluzione al problema e l’associazione ASPASIA ha dato corso inaspettatamente allo sgombero, rifiutando anche le soluzioni alternative che sia pure tardivamente le erano state offerte. Ritengo grave la responsabilità politica in relazione all’accaduto, che priva la città di servizi sociali gratuiti, volontari ed essenziali e, inoltre, penso che anche lo IACP e l’ASPASIA abbiano errato sia per motivi di carattere umanitario (vengono messi per strada dall’oggi al domani decine di extracomunitari), sia perché dubito che l’immobile possa avere una destinazione privata in quanto secondo il piano regolatore lo stesso è destinato ad un uso pubblico. Gravissimo poi il comportamento dello IACP che ha acconsentito allo sgombero durante il corso di una trattativa aperta con un’altra Pubblica Amministrazione. Presenteremo un’istanza di accesso per verificare la regolare assegnazione di questo immobile pubblico ad un soggetto privato, inoltre ci opporremo a utilizzazioni per fini lucrativi dell’immobile, in contrasto tra l’altro con lo strumento urbanistico. Valuteremo anche quali iniziative legali intraprendere per tutelare i diritti del Laboratorio Zeta, degli immigrati e l’interesse pubblico”.
Con lei hanno manifestato anche alcuni sindacalisti della Cgil ed esponenti politici, tra cui Antonella Monastra, i manifestanti, inoltre hanno allertato il senatore dell’Idv Fabio Giambrone e l’eurodeputato del Pd Rita Borsellino che sono in contatto con le autorità competenti.
“Nel 2008 l’associazione conduttrice ottiene una sentenza di sfratto esecutiva – continua la Spallitta – inizialmente sospesa alla luce della rilevanza delle attività sociali svolte in via Arrigo Boito e dell’impegno dell’Amministrazione di reperire un immobile alternativo. In tutti questi mesi, tuttavia, l’Amministrazione non ha avuto la capacità di trovare una soluzione al problema e l’associazione ASPASIA ha dato corso inaspettatamente allo sgombero, rifiutando anche le soluzioni alternative che sia pure tardivamente le erano state offerte. Ritengo grave la responsabilità politica in relazione all’accaduto, che priva la città di servizi sociali gratuiti, volontari ed essenziali e, inoltre, penso che anche lo IACP e l’ASPASIA abbiano errato sia per motivi di carattere umanitario (vengono messi per strada dall’oggi al domani decine di extracomunitari), sia perché dubito che l’immobile possa avere una destinazione privata in quanto secondo il piano regolatore lo stesso è destinato ad un uso pubblico. Gravissimo poi il comportamento dello IACP che ha acconsentito allo sgombero durante il corso di una trattativa aperta con un’altra Pubblica Amministrazione. Presenteremo un’istanza di accesso per verificare la regolare assegnazione di questo immobile pubblico ad un soggetto privato, inoltre ci opporremo a utilizzazioni per fini lucrativi dell’immobile, in contrasto tra l’altro con lo strumento urbanistico. Valuteremo anche quali iniziative legali intraprendere per tutelare i diritti del Laboratorio Zeta, degli immigrati e l’interesse pubblico”.