“Per fortuna nella borgata non ci sono stati feriti, ma è necessario che si chiariscano cause e responsabilità che hanno condotto a questa situazione di dissesto”, ha detto il deputato regionale del Pd, Giuseppe Lupo, che ha anche chiesto l’intervento del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso.
“Non è necessario – osserva Calogero Foti, responsabile del Servizio per la provincia di Palermo del Dipartimento regionale della Protezione civile – un intervento in prima persona da parte di Bertolaso. I problemi possono essere risolti a livello regionale o nei singoli Comuni. Più importante sarebbe invece un’ordinanza di Protezione civile che, oltre allo stanziamento di risorse, permetta di derogare ad alcune norme per effettuare i lavori nel più breve tempo possibile”.
“Più che un rischio di frane – spiega l’ingegnere Foti – in città il rischio è di tipo idraulico, con i fiumi sotterranei che rischiano di esondare se non viene fatta la manutenzione dei canali e non vengono realizzati i collettori”.
Intanto a Belmonte Chiavelli si attende l’arrivo delle ruspe per demolire quei fabbricati abusivi colpevoli di aver deviato il corso delle acque nell’ultimo nubifragio.
“Sarà l’ufficio del Genio civile di Palermo – sottolinea Foti – a progettare l’intervento di sistemazione definitiva del vallone, dove un tempo scorreva l’acqua, al quale deve essere trovato un nuovo tragitto perché quello naturale è stato occupato dalle costruzioni che insistono su quello che era il suo corso naturale”.
Contromisure. Affrontare immediatamente la questione
PALERMO – Se l’ingegnere Foti parla di “scempio urbanistico” compiuto a Belmonte Chiavelli, l’abusivismo edilizio è un fenomeno alquanto radicato in città e le lottizzazioni abusive nelle aree collinari non si contano. “Il Consiglio comunale – dice Nadia Spallitta, capogruppo di Un’Altra Storia – su mia formale richiesta ha bocciato nella zona di Spina Santa, una proposta di Piano particolareggiato che avrebbe consentito in aree a rischio idrogeologico l’edificazione su una vasta superficie di oltre 40 mila metri quadri, e spero che la Regione non intervenga, sostituendosi al Comune, con i soliti commissariamenti. Per affrontare immediatamente il problema della tutela del territorio e soprattutto dell’incolumità dei cittadini, ho proposto alla Commissione urbanistica il rigetto di tutti i Prusst (Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio) localizzati o in verde collinare, o in aree con rischio idrogeologico o di crolli e frane”.