Sul porticciolo turistico di Sant’Erasmo accusa: <<Mi pare che sia solo un buon affare, ma per gli atri non per il comune di Palermo.>> Nadia Spallitta, capogruppo di Un’Altra Storia, avvocato amministrativista, da poco entrata a far parte del partito di Nichi Vendola, Sinistra ecologia e libertà, annuncia esposti alla Corte dei conti per danno erariale. E lo fa dopo aver ottenuto risposta e documenti in seguito a un’interrogazione proprio sulla progettazione del porto. Questione complessa e piena di insidie burocratiche.
Ma per grandi linee è così. Secondo un ricorso al Presidente della Repubblica presentato nel 1994 dall’allora sindaco, si contestava il Piano regolatore del porto nella parte in cui vi erano ricompresi i porticcioli di Acquasanta e Arenella. In effetti il ricorso ha dato ragione al Comune per il quale la gestione dei porticcioli locali spetta alla Regione e dunque al Comune. Lo stesso dicasi per Sant’Erasmo. Ma dopo essersi insediato, il sindaco Diego Cammarata, con una lettera al ministero delle Infrastrutture dichiarava che il Comune rinunciava agli esiti del ricorso <<anticipando fin d’ora che si confermerà l’estensione dell’area>> di competenza del Porto <<così come previsto nel decreto annullato e impugnato>> La conseguenza? Tutto è tornato nelle mani dell’autorità portuale. Il progetto per Sant’Erasmo nel frattempo è stato affidato a <<Research Spa>> alla quale per 50 anni verrà anche concesso l’utilizzo con un canone demaniale di 30 mila euro all’anno. <<E’ tutta una pratica illegittima – dice la Spallitta – . Il sindaco non poteva rinunciare a una competenza che per legge spetta al Consiglio comunale. In questo modo abbiamo anche rinunciato a fondi comunitari per 14 milioni in favore di privati>>. Nessuna replica dal Comune.