Pubblichiamo un intervento del Prof. Enrico Guarneri. Vi invitiamo a partecipare con i vostri pareri e a commentare questa sua riflessione.
Fra i punti più alti dell’evoluzione del pensiero giuridico italiano moderno c’è il riconoscimento costituzionale della libertà e parità della scienza (artt. 33 e 8), dell’arte (33 e 8) e della religione in ogni sua forma (8, ma con elementi di discriminazione a favore della forma cattolica dell’art.7). Riconoscimento che implica la libertà delle attività proprie dei tre ambiti, anche nei confronti delle ingerenze reciproche. Il naturalista (scienziato) non contesterà all’artista il diritto di rappresentare in modo botanicamente inesatto le foglie dell’acanto, né l’artista negherà allo scienziato il diritto di descrivere la forma botanica reale per quanto difforme da quella tradizionalmente stilizzata dell’architettura corinzia.
Tutto questo sembra pacifico e gioca un ruolo fondamentale nel rifiuto dei principi delle censure. Sciaguratamente questa reciproca libertà viene continuamente posta in crisi nei rapporto tra la religione e la scienza. E’ dei nostri giorni la violenta tensione fra i due campi a proposito della vita e del suo significato umano. Stranamente allo scadere del primo decennio del terzo millennio sembra si dimentichi che ventiquattro secoli fa Platone distingueva tra anima e vita vegetativa, sensitiva e razionale, attribuendo la prima al mondo vegetale, la prima e la seconda al mondo animale, caratterizzato dalla seconda, tutte e tre all‘uomo, caratterizzato però dalla terza. Mai avrebbe, Platone, considerato vita in senso umano le sole funzioni vegetative. Oggi è questa è la pretesa che la cultura teologica cerca di imporre per legge alla società italiana. Dietro la questione ideologica sta una alta questione giuridica: la libertà costituzionale della scienza e della ricerca, e, dietro, ancora più in alto, la libertà di coscienza e di pensiero. E’ forse il livello più alto degli attacchi che vengono portati ai nostri giorni alla legge fondamentale dello stato repubblicano.
Enrico Guarneri