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In altre parole, si pretende che l’elettore esprima un voto di adesione politica ad un partito che non ha più alcuna ideologia politica precisa, tant’è che sistematicamente raggiunge accordi di tipo trasversale. In questo modo, a mio avviso, vengono traditi gli stessi valori democratici ed è violata anche la Costituzione che riconosce ai partiti il ruolo di portatori di ideologie politiche. In tale contesto deve essere letto anche lo sbarramento al 5% necessario per l’eleggibilità all’interno di una competizione amministrativa, che determinerà un ulteriore allontanamento del rapporto tra l’eletto e la Città e comporterà una imposizione dall’alto dei soggetti politici candidabili. Non riesco ad immaginare, e sarebbe stato impensabile in altre epoche storiche meno confuse della nostra, come schieramenti di “sinistra” abbiano potuto, votando lo sbarramento del 5%, consentire l’eliminazione di un sistema che garantiva la rappresentanza di minoranze politiche che è nato dalle lotte della Resistenza, dai padri della Costituzione, con ciò violando i più elementari principi di uguaglianza e di tutela democratica e politica delle minoranze."
Nadia Spallitta – gruppo Un’Altra Storia