"La condizione di precario è una delle principali cause del disagio sociale, economico ed umano dei lavoratori, tanto più grave se il precariato si protrae per decenni, ledendo in tal modo la dignità di chi lavora. Inoltre, troppo spesso questa condizione è stata utilizzata dalla politica che ha trovato nei precari un importante bacino elettorale. Per questo motivo è indispensabile procedere, nel rispetto della legge e delle norme di contabilità pubblica, con la stabilizzazione di tutti coloro che da anni aspettano la trasformazione del loro rapporto di lavoro.
Il comportamento dell’Amministrazione comunale che nega la stabilizzazione, che crea delle difficoltà di ordine burocratico senza peraltro attivarsi per risolverle, e che improvvisamente, senza che nulla sia cambiato, decide di concedere generosamente in modo frammentario in favore di alcuni dei precari,ciò che è un diritto (e non si comprende se sia una manovra pre-elettorale); sicuramente non risolve il problema del precariato. L’Amministrazione comunale gode di 55 milioni di euro annui in virtù di una convenzione con il Ministero, che devono servire per l’assorbimento di circa tremila lavoratori. Non è chiaro, allora, in base a quale criteri ottempera per un centinaio di precari, lasciando fuori ingiustamente tutti gli altri, né che fine fanno le somme trasferite al Comune e non utilizzate. Se siamo soddisfatti per chi, oggi, dopo anni di attesa a volte in età pensionabile, finalmente stipula un contratto a tempo indeterminato, senza avere più la paura del futuro lavorativo, non possiamo che contestare la ingiustificata disparità di trattamento che lascia in una posizione di assoggettamento psicologico e di incertezza tutti gli altri lavoratori precari.
Nadia Spallitta – gruppo Un’Altra Storia