SPALLITTA: Legge 285/97 piano territoriale per l’infanzia e l’adolescenza. Si sospenda la graduatoria e si trasmettano gli atti alla Prefettura e alla Corte dei conti.
Tra l’altro l’ammissione degli enti di fatto rende difficoltoso se non impossibile il controllo sugli organi e l’acquisizione della certificazione antimafia che, peraltro, non è neanche richiesta dal bando. A ciò si aggiunga che non è ben chiaro come possa essere valutata per gli enti non riconosciuti – sulla cui compagine non c’è alcuna controllabile certezza – l’esperienza e la professionalità. Inoltre, tra i requisiti necessari per partecipare alla gara, manca quello essenziale relativo all’inserimento negli elenchi regionali della legge 22/86 che garantisce l’osservanza di parametri minimi per lo svolgimento di servizi socio-assistenziali. Se ciò non bastasse, risultano violate le norme europee relative alle procedure e alle forme di pubblicità, che si applicano tutte le volte che venga superata la soglia dei 130 mila euro circa. Tra le incongruenze del bando e quindi della graduatoria, emerge la condizione di favore in cui si trovano talune di queste associazioni che operano presso strutture comunali e pubbliche, magari concesse gratuitamente, rispetto ad altre associazioni escluse perché sprovviste di locali adeguati, senza dire poi che in termini di costi il possesso di un immobile pubblico detenuto gratuitamente abbatte i costi e consente un maggiore ribasso. In altre parole l’Amministrazione assegna immobili pubblici ad alcune associazioni (non è chiaro con quali criteri e procedure) e poi valuta positivamente tra i requisiti del bando la circostanza del possesso di locali. Infine sembrano violate anche quelle norme dello stesso bando che vietano l’ammissione al finanziamento di soggetti che abbiano in corso progetti e finanziamenti ai sensi della stessa 285. Ed infatti più della metà delle associazioni ammesse al finanziamento, ha in itinere progetti con la medesima amministrazione comunale e avrebbe dovuto probabilmente essere esclusa. Ho presentato un’interrogazione rivolta ad acquisire tutta la documentazione relativa al finanziamento dei centri aggregativi per accertare il regolare utilizzo del denaro pubblico e rivolta altresì a verificare la fondatezza o meno di insinuanti voci di corridoio che vedono nella spesa sociale ,prevalentemente e con le dovute eccezioni, uno strumento spartitorio trasversale adeguato a creare consenso elettorale. Per cui dietro molte delle associazioni assegnatarie dei finanziamenti, ci sarebbero altrettanti esponenti politici dei vari schieramenti. Ritengo che sia doverosa la trasparenza e il controllo in un settore così delicato come quello degli interventi a favore delle fasce sociali deboli>>.