SPALLITTA: Lottizzazioni – il Consiglio Comunale governi l’uso del territorio ed imponga il rispetto degli standard urbanistici – si crei un parco urbano.
<< E’ all’ordine del giorno del Consiglio comunale una delle delibere più complesse e di rilevante interesse sotto il profilo urbanistico – comunemente denominata lottizzazione Genova – che se approvata senza modifiche è destinata ad incidere ulteriormente sull’assetto del territorio, con notevole incremento della cementificazione cittadina. La vicenda nasce nel 1997 quando, un giorno prima dell’approvazione del nuovo P.R.G., un commissario ad acta nominato dalla Regione approva una lottizzazione che ha per oggetto numerosi edifici ( per circa 300 appartamenti) su un’area di circa 130 mila metri quadrati per una volumetria complessiva di circa 140 mila metri cubi, a fronte ad esigue porzioni di verde frammentario e poco fruibile per usi pubblici. Il giorno successivo all’adozione della lottizzazione, il Consiglio Comunale di Palermo approva il nuovo P.R.G. e destina la stessa area a servizi pubblici ( verde, scuole, parcheggi etc etc).
Si apre un contenzioso tra il lottizzante che presenta osservazioni al nuovo P.R.G. e il contenzioso che rigetta le predette osservazioni. Per cui, per cinque anni, la lottizzazione rimane sospesa in quanto in contrasto con il piano regolatore adottato dal Consiglio. Senonché nel 2002 – in sede di approvazione del P.R.G. – la Regione accoglie le osservazioni del lottizzante, destinando l’area definitivamente ad edilizia residenziale privata. Contestualmente e contraddittoriamente la Regione accoglie anche alcune osservazioni di cittadini residenti, che chiedono ed ottengono una diversa dislocazione della lottizzazione, l’ampliamento delle aree di verde e dei centri e dei servizi pubblici (osservazioni quindi incompatibili con la lottizzazione). Dal 2004 al 2007 il lottizzante ottiene le prime concessioni edilizie ed inizia a realizzare alcuni degli edifici, senza ultimare tuttavia né le opere né l’intera lottizzazione, né tantomeno – in violazione degli obblighi assunti con la convenzione di lottizzazione – urbanizzazioni primarie e secondarie che avrebbe dovuto realizzare. Nel 2007 essendo decorsi i dieci anni dall’approvazione del piano, gli uffici comunali rifiutano il rilascio di ulteriori concessioni e si apre un nuovo contenzioso tra il lottizzante che chiede una proroga automatica di cinque anni e quindi fino al 2012 perché per cinque anni, durante il periodo di salvaguardia dal ‘97 al 2002 la sua attività era rimasta ferma, e gli uffici che ritengono che la proroga non sia atto dovuto ma rientrante nella discrezionalità del Consiglio Comunale e predispongono, quindi, una proposta di proroga per il Consiglio stesso. Contro questa proposta il lottizzante ricorre al TAR nel 2009, ricorso in atto pendente. Nel frattempo, ha venduto ad una proprietà limitrofa parti del terreno oggetto della lottizzazione, probabilmente quelle che per legge ( circa 20 mila metri quadrati) dovevano essere cedute al Comune per la realizzazione di servizi pubblici, modificando unilateralmente la convenzione e rendendo difficoltoso un semplice provvedimento di proroga. Inoltre, la lottizzazione probabilmente non rispettava gli standard urbanistici, essendo davvero esigui rispetto all’edificato gli spazi destinati a verde e a servizi pubblici, che già quindi oggi non è condivisibile e non appare adeguata all’attuale situazione urbanistica. Infatti, le nuove strade previste nel P.R.G. che avrebbero dovuto rendere accessibile i luoghi della lottizzazione, non sono state ad oggi realizzate, rendendo l’intera area un lotto per lo più interchiuso che, se edificato, finirebbe con il costituire una sorta di residence privato con consumo del territorio senza alcun vantaggio e ritorno per la collettività – anche perché gli appartamenti saranno venduti sul mercato al loro valore venale. Per completare un quadro già complesso, in tempi recenti, di fronte all’oggettiva difficoltà di regolamentare la materia, è stato nominato ancora una volta un commissario ad acta per l’adozione della proroga in sostituzione del Consiglio Comunale. Nomina oggettivamente discutibile, dal momento che la proroga non è un atto dovuto bensì discrezionale, i contenuti della lottizzazione negli anni sono stati di fatto modificati, non sono state realizzate le urbanizzazioni e quindi sussiste l’inadempimento del lottizzante. Ed infine, è necessaria una rivalutazione delle effettive esigenze del territorio, che tenga conto dello stato di attuazione del P.R.G. e delle trasformazioni che negli ultimi dieci anni sono sopravvenute. A mio avviso sull’argomento dovrebbero intervenire le associazioni di tutela del territorio, mentre in qualità di presidente della Commissione Urbanistica, scriverò al commissario ad acta sottolineando le criticità dell’intera vicenda ed evidenziando altresì che non sono allegati agli atti le certificazioni antimafia divenute obbligatorie per le lottizzazioni in seguito ad un ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale. Infine, la mia proposta rispetto all’atto – nel caso si dovesse adivenire ad una proroga della lottizzazione – è quella di imporre la realizzazione di un vasto parco al servizio del quartiere, con essenze mediterranee ed alberi di alto fusto>>
Nadia Spallitta – presidente Commissione Urbanistica