PALERMO, 27 MARZO 2014-“Il consiglio comunale ha approvato, ieri, due proposte – delle 40 in cantiere – di errata corrige, di presunti errori materiali del Piano regolatore generale, adottato dal consiglio nel 1997 e approvato dalla Regione nel 2002. L’errata corrigeprevede la possibilità di modificare, trattandoli come “errori materiali”, le destinazioni urbanistiche degli immobili, così ad esempio uno ad uso abitativo può essere destinato ad uso commerciale e viceversa; oppure un immobile definito storico può perdere questa connotazione etc." Lo dice il Vice Presidente Vicario del Consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta. "La legge, tuttavia,non prevede gli errata corrige; l’unico modo per modificare il Prg sarebbe, eventualmente, è la variante urbanistica- prosegue-, atto, che non può essere riferito a singoli casi, ma problematiche di carattere generale e deve essere ampiamente motivato rispetto agli interessi pubblici e privati coinvolti, supportato da elaborati tecnici, riguardare fattispecie, che tra l’altro impongono pubblicità e trasparenza, possibilità di osservazioni e opposizione dei cittadini e approvazione della Regione. ( Per i singoli casi la legge attribuisce ai cittadini il potere di presentare osservazioni o opposizioni o ricorsi entro termini perentori, dal momento che è necessario garantire certezza sulla disciplina del territorio, termini che sono scaduti da anni)". "Mentre si attende la redazione del nuovo Prg, l’Assessorato all’urbanistica continua, tuttavia, a soffermarsi modificandolo sul vecchio Prg, con il rischio di svuotare di significato la stessa redazione di un nuovo Piano.Trovo inoltre singolare – aggiunge- che a distanza di anni dall’approvazione del Prg (2002) possano pervenire istanze di privati rivolte ad ottenere la ‘rettifica’ della destinazione urbanistica dei loro immobili, dal momento che non ho notizia e mi riservo di verificare se siano stati fatti degli avvisi pubblici per avvertirei cittadini della peculiarità di questo procedimento di “rettifica”– che di fatto, a mio avviso, consiste in una riapertura atipica, non prevista dalla legge urbanistica, del termine per presentare osservazioni, producendo effetti immediati senza pareri e senza l’approvazione della Regione-. In altri termini secondo questi principi i tutti i proprietari vecchi e nuovi sarebbero autorizzati a chiedere, in qualsiasi momento e ad avere diritto in qualsiasi momento alla “rettifica” degli errori materiali nella destinazione urbanistica dei loro immobili. Se così fosse appare evidente il caos urbanistico che ne deriverebbe. Inoltre, alcune istanze di“correzione” della destinazione urbanistica provengono non dai proprietari originari ma da soggetti, che sono subentrati in tempi recenti, con atti di compravendita all’interno dei quali per legge viene allegata la destinazione urbanistica, e che dopo l’acquisto hanno presentato una richiesta di“rettifica”, accolta dagli uffici. Così una di queste proposte agli atti del Consiglio prevede un cambio di destinazione da uso abitativo a uso commerciale, sulla scorta dell’istanza del 2013 di una società di servizi che, aveva acquistato nello stesso anno un immobile per uso abitativo per circa 400 mila euro, chiedendone dopo l’acquisto la modifica; gli uffici con solerzia si sono attivati, accogliendo la richiesta e destinando immobile ad attività produttive, con, a mio avviso, una sostanziale variante urbanistica -, strumento già in se poco condivisibile- anche perché siamo in prossimità di un nuovo Piano e che tra l’altro, essendo considerato dagli uffici come errore materiale, produrrà effetti immediati senza le procedure comunque più garantiste di una variante (pareri tecnici amministrativi, osservazioni dei cittadini, approvazione della Regione). Ho presentato sull’argomento un’interrogazione e ritengo sia opportuno affrontare questi temi, così delicati per i risvolti economici e sociali delle modifiche urbanistiche, tenendo conto e acquisendo le necessarie indicazioni dell’assessorato regionale al territorio e ambiente ”.
Nadia Spallitta – Vice Presidente Vicario del Consiglio comunale di Palermo