"Non passa l’aumento della TARSU. L’opposizione unita ha fermato un provvedimento iniquo e vessatorio che non avrebbe risolto il problema dei lavoratori e dell’AMIA, ma avrebbe soltanto coperto le spese irregolari che questa società, indebitandosi, ha accumulato in tutti questi anni, facendo gravare la pessima gestione dell’azienda sui cittadini. Da oggi si apre la possibilità di un tavolo tecnico che affronti in modo razionale e programmatico i diversi problemi di questa e delle altre aziende. L’Amministrazione comunale, infatti, ha vari strumenti per recuperare le somme necessarie per adeguare il contratto di servizio dell’AMIA, in particolare:
1. Incentivando in modo efficace ed efficiente la lotta all’evasione fiscale (oggi pari ad oltre il 40%).
2. Riscuotendo la TARSU degli anni precedenti non pagata dai soggetti morosi (260 milioni di residui attivi).
3. Sviluppando la raccolta differenziata e il riciclaggio, servizi idonei a produrre entrate per le casse comunali e mai attivati.
4. Revocando le concessioni di spazi pubblicitari, le cui entrate sono irrisorie per il Comune e milionarie per il privato concessionario e che rappresentano, quindi, un impoverimento del bilancio.
5. Rendendo congrui e riscuotendo i canoni degli affitti degli immobili pubblici.
6. Utilizzando i mutui accesi negli anni ed in relazione ai quali si pagano interessi per opere mai portate a compimento.
Del resto, in termini di liquidità, non c’è mai stata alcuna connessione tra l’aumento della pressione fiscale e lo stipendio dei lavoratori AMIA, dal momento che la TARSU sarebbe stata riscossa nei mesi avvenire e non immediatamente. Per cui, se il problema era di carattere contabile, la copertura dei maggiori costi dell’AMIA può trovare benissimo, anche nelle suesposte proposte (evasione fiscale- spazi pubblicitari- TARSU non riscossa ecc), una adeguata soluzione. A questi rimedi possono poi aggiungersi quelli straordinari di accensione di mutui (se compatibili con la legge) o interventi specifici della regione. Se invece il problema non detto nasce dal timore che i creditori dell’AMIA possano aggredire le casse comunali, non consentendo al Comune il pagamento integrale del contratto di servizio con l’AMIA, allora l’Amministrazione per salvaguardare il diritto allo stipendio dei lavoratori, dovrebbe immediatamente deliberare (come la legge prevede e consente) l’impignorabilità di tutte le somme iscritte in bilancio relative a stipendi, ivi comprese quelle sul contratto di servizio con l’AMIA espressamente riferite alla voce “stipendi e altre indennità del personale”. Non posso che essere soddisfatta dell’esito di questa battaglia per la legalità e per la giustizia e mi auguro che il centrosinistra unito prosegua nel suo impegno per l’accertamento e la condanna, anche contabile, dei soggetti responsabili del disastro gestionale dell’AMIA che fino ad oggi hanno sperperato milioni di denaro pubblico, sperpero in relazione al quale la vicenda Dubai rappresenta solo la punta di un iceberg."