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Fatta eccezione di Orlando e della Borsellino, che rappresentano un progetto politico vero, che è già nella loro storia, nel loro indubbio consenso e nelle loro scelte, ogni altro candidato sembra rappresentare , in questo momento, solo se stesso. Inoltre le primarie dovrebbero essere uno strumento per confrontare progetti e programmi di gestione della città, di cui i diversi candidati sono l’espressione . Non condivido, invece, questo uso strumentale che se ne vuole fare, rivolto a richiamare l’attenzione mediatica e la visibilità, magari in vista di future elezioni regionali . Infatti, non credo che gli stessi candidati, sostenuti da 200/300 persone – che si organizzano ad hoc in società civile (come è avvenuto, ad esempio, con la recente presentazione della candidatura di Ferrandelli) – possano essere realmente convinti del loro successo finale, e sarebbe cieco ritenerlo di fronte alle platee di migliaia di elettori che anche un semplice consigliere del centrodestra vanta. Ritengo che sia più sano e produttivo azzerare il percorso confusionario – che si nutre solo di spaccature e divergenze – che fino ad oggi ha caratterizzato il comportamento di vari esponenti del centrosinistra, e valutare invece con maggiore umiltà, e guardando a quello che è l’effettivo interesse di Palermo. In altre parole, penso che contrasti e attriti vadano ricomposti , anche talvolta facendo un passo indietro, dal momento che mi sembra che si stia perdendo di vista l’obiettivo, che è quello di sconfiggere un avversario forte, potente e determinato. Non possiamo perdere nuovamente le elezioni, ma solo se insieme lavoriamo per costruire un’alternativa ed un programma di cambiamento – che parta da azioni concrete sul territorio – possiamo avere la speranza e la possibilità di salvare e far rinascere la nostra città.>>
Nadia Spallitta – capogruppo di Un’Altra Storia