<< Ho letto con stupore l’intervento del presidente dell’Ordine dei geometri, categoria che stimo per la laboriosità e la competenza, e mi preoccupa che la stessa sia rappresentata da un esponente che non sembra avere le idee chiare su molte questioni : primo, il quadro dei rapporti e dei poteri all’interno del comune di Palermo; non si può attribuire ad una commissione consiliare, né a chi la presiede da poco più di un anno, la responsabilità della cattiva amministrazione e gestione della città, che è del Sindaco e della sua giunta che la governano da circa dieci anni.
Forse il presidente del collegio dei geometri non conosce adeguatamente l’ambito delle competenze dei consiglieri comunali, altrimenti la sua invettiva sarebbe stata meglio indirizzata ai veri attori del disastro territoriale urbano. Ugualmente sembra confondere piani che non hanno nulla in comune. Non è chiaro, infatti, il collegamento tra la realizzazione di uno spazio di culto e la necessità di una nuova classe dirigente,esigenza vissuta incomprensibilmente dal presidente Garofalo come antitetica alla moschea. Il presidente Garofalo ,inoltre, sembra ignorare totalmente le iniziative e l’attività che ho svolto -in tutti questi anni- come consigliere e come presidente della commissione Urbanistica, (non mi risulta che sia mai intervenuto quando mi sono occupata dei numerosi problemi cittadini , dalla tutela del patrimonio monumentale, alla creazione dei parchi, al rilancio del centro storico, alla riqualificazione delle periferie, delle coste etc), il suo intervento appare del tutto strumentale, tanto più che non ha mai chiesto, come invece hanno fatto le altre categorie, un incontro alla commissione urbanistica per discutere delle criticità di Palermo nelle sedi istituzionali. Nel merito, mi preoccupano posizioni riduttive come quelle espresse dal presidente Garofalo. Intanto non si comprende perché la creazione di un luogo di culto venga vista in contrapposizione con la necessità di altri fondamentali interventi , ma soprattutto perché le sue dichiarazioni sembrano ignorare la storia, la cultura e le tradizioni della nostra città araba, e di fatto negano principi fondamentali che sono alla base del vivere civile e che determinano, attraverso l’attuazione dell’uguaglianza sostanziale e la valorizzazione e il rispetto delle diversità culturali e religiose, la libertà di un popolo. Per me Palermo deve essere una città di pace, luogo di confluenza delle numerose tradizioni, culture, religioni che si integrano e interagiscono. L’idea di città chiusa – proposta invece dal presidente Garofalo, in fondo è la stessa rappresentata fino ad oggi dall’attuale Amministrazione, e la cattiva gestione di cui si lamenta il collegio dei geometri, altro non è che il frutto dell’assenza di una visione e di un’idea di città che sappia raccogliere e sviluppare le varie componenti multiculturali ed etniche, e che costituiscono invece la vera ricchezza di Palermo.>>
Nadia Spallitta (Sel) presidente della commissione Urbanistica