La nostra città non deve più subire vicende drammatiche, come quella del crollo delle due palazzine nella zona dei Cantieri. E’ indispensabile attivarsi, con tutte le misure utili, per evitare che questi fatti gravissimi possano ancora ripetersi. Per questo, a mio avviso, occorre ripartire dalle circa 60 mila istanze di condono edilizio, pervenute all’Amministrazione comunale tra il 1985 e il 2004, sostanzialmente mai esitate. L’Amministrazione dovrebbe quindi costituire un gruppo di lavoro che istruisca finalmente queste pratiche, verifichi la sanabilità o meno degli abusi, accolga o rigetti le istanze, e proceda – nel caso abusi insanabili o che comportino rischi di staticità degli edifici – con l’immediata demolizione, la confisca e gli altri provvedimenti sanzionatori previsti dalla legge.
Contestualmente, dovrebbe intensificarsi il controllo sul territorio, e a tal fine dovrebbe essere, a mio avviso, implementato il numero degli Agenti di Polizia che attualmente si occupano di questo settore, formato da circa 70 unità, troppo poche, in relazione alla vastità del territorio e alla gravità degli abusi commessi. La situazione palermitana è infatti al collasso, ed occorre intervenire con la massima urgenza, operando sull’intero territorio. Si pensi, ad esempio, che nelle zone collinari sono stati individuati circa 6 mila alloggi non censiti, con i conseguenti rischi anche in relazione al dissesto idrogeologico. Inoltre, a mio parere, è urgente l’istituzione del documento identificativo dell’efficienza del fabbricato, che deve essere obbligatorio per gli immobili che possono presentare criticità statiche. Si tratta di una sorta di “carta d’identità” dei fabbricati , che consente di conoscerne la tipologia, la struttura , l’anno di costruzione , e di prevenire – con interventi di messa in sicurezza, laddove necessari – eventuali rischi di crolli.
A tal fine, proporrò al Consiglio Comunale l’adozione di una mozione rivolta all’istituzione di questo strumento, che già opera presso molti comuni italiani. Il controllo del territorio e la lotta all’abusivismo edilizio, devono anche rappresentare un fatto culturale e di presa di coscienza dei danni irreversibili , che ai singoli e all’intera collettività, ne possono derivare da questi illeciti. Da questo punto di vista, massimo dovrà essere, secondo me, il rigore di tutte le Pubbliche Amministrazioni interessate alla salvaguardia del territorio stesso. Per quanto riguarda il centro storico, esiste una mappa del rischio che individua circa 500 immobili per i quali sono indispensabili interventi urgenti. Al riguardo, sarà compito del Consiglio Comunale impinguare il capitolo di spesa per gli interventi in danno del privato inadempiente – sembrerebbe infatti che negli ultimi anni siano state adottate circa 10 mila ordinanze contingibili e urgenti, ma ben poche ne sono state realmente messe in esecuzione – ma dovrà essere altresì adottato, in tempi brevi, il Regolamento per la Concessione di Contributi nel Centro Storico, per consentire ai privati di ristrutturare gli immobili, con priorità di quelli più degradati o a rischio