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domenica, 22 dicembre 2024
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Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

Tasi, ridurre aliquota e prevedere esenzioni in caso di basso reddito

tasse

Il consiglio comunale si appresta a votare le aliquote relative al 2014 della tassa di nuova istituzione, la Tasi, riferita ai servizi indivisibili. Più precisamente, la proposta dell’Amministrazione, prevede l’imposizione di un’aliquota del 2,9 per mille per l’abitazione principale, con detrazioni di 50 euro per unità immobiliare o di 20 euro per i figli minori o disabili, in affido e per i soggetti over 70. Dal provvedimento si stima un’entrata di 16 milioni destinata a finanziare: illuminazione stradale pubblica (costo 11 milioni di euro circa), pubblica sicurezza e vigilanza (41 milioni di euro), servizi cimiteriali (2 milioni di euro circa), manutenzione strade e verde (15 milioni circa), servizi socio-assistenziali (30,5 milioni di euro), protezione civile (940 mila euro) e servizi di tutela degli edifici (9,4 milioni), per complessivi 120 milioni di euro circa.

Ritengo che tale tassa, introdotta con legge dello Stato, non risponda ai criteri stabiliti dall’articolo 53 della Costituzione relativi a “capacità contributiva e progressività”. In particolare non si tiene conto dell’effettiva capacità reddituale dei contribuenti. Inoltre, a Palermo, negli ultimi 3 anni, la pressione fiscale è aumentata di circa 90 milioni (da circa 250 milioni del 2010 a 340 milioni del 2013) e con la Tasi tale pressione è destinata ad aumentare. Tra l’altro va detto che molti dei predetti servizi indivisibili sono già stati coperti con trasferimenti dello Stato, della Regione e con il pagamento di tariffe, nonché con i proventi derivanti dalle sanzioni del Codice della strada. Credo che in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo non si debba aggravare la pressione fiscale. In caso contrario si rischia di determinare, come già avvenuto nel capoluogo, il tracollo della piccola e media impresa, non più in grado di affrontare i costi di gestione dei propri business.

Dal momento che il nostro bilancio è in equilibrio e, anzi, si è registrato un avanzo di circa 70 milioni, probabilmente possiamo esonerare i cittadini da questo ulteriore onere fiscale, riducendo l’aliquota al minimo contributivo dell’1 per mille. Se non addirittura, qualora dovessero sussistere le condizioni di compatibilità contabile e senza arrecare danno alle casse, ridurre ulteriormente la stessa. Inoltre, sotto il profilo delle esenzioni, ritengo che la Tasi non debba essere pagata nel caso di abitazione coniugale assegnata al coniuge dopo un caso di separazione o divorzio e per i nuclei familiare a basso reddito. Non può infine sottacersi che in città, ancora, i servizi alla collettività non raggiungono i livelli di qualità ed efficienza adeguati. Per cui, all’imposizione fiscale, deve essere accompagnata una forte azione di controllo dell’operato delle società partecipate ed in generale degli uffici preposti all’erogazione dei servizi.




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