Dal 23 al 26 Novembre si è tenuto a Casablanca il 1° convegno internazionale dell’imprenditoria femminile dei Paesi dell’Euromediterraneo, al quale hanno partecipato 52 Paesi. Il tema del convegno era “quali nuove forme di investimenti per l’imprenditoria femminile nel bacino del Mediterraneo”.
Io sono stata ,inverosimilmente, l’unica rappresentante italiana per un convegno così rilevante, anche sotto il profilo del reperimento di nuove risorse economiche e della creazione di canali di cooperazione e di progetti di scambi e di integrazione socio, economico e culturale. Così, mentre l’Italia sostanzialmente è esclusa da un processo di graduale sviluppo e di emancipazione di molti dei Paesi del cosiddetto terzo mondo, ed anzi vive un’incalzante crisi economica ed etica, negli altri Paesi del Mediterraneo e dell’Africa progredisce non solo l’emancipazione femminile ma anche la capacità di organizzazione, programmazione e investimento nelle donne, come è emerso proprio da questo convegno. E ciò anche a dimostrazione dell’avanzamento culturale cui molti di questi Paesi stanno pervenendo e che invece in Italia segna il passo. Le nuove imprenditrici presenti (manager ma anche esponenti politici dei vari Stati africani ed europei, e rappresentati americane, indiane ed asiatiche), infatti pur segnalando nelle rispettive regioni sistemi di potere di tipo patriarcale, tuttavia hanno sottolineato il forte miglioramento della condizione femminile sia culturale che economico, tale da portare le donne a cercare di reperire, in mercati esteri, la possibilità di nuove forme di investimento anche attraverso nuove formule di cooperazione internazionale. Dal dibattito che si è affrontato è emersa una sostanziale esclusione della Sicilia dai progetti di futuri investimenti dell’imprenditoria femminile dei Paesi del Mediterraneo, dovuta soprattutto alla terribile fama che accompagna la nostra economia, e cioè la forte infiltrazione mafiosa nel sistema politico e produttivo. E’ovvio, però che le analogie culturali,le vicende storiche e anche la posizione geografica, portano comunque questi Paesi a guardare con interesse a possibili prospettive di relazioni con l’Italia (più volte dell’Italia è stata nominata la Gucci, conosciuta anche per i suoi investimenti in Marocco). Tra i risultati ottenuti dalla mia partecipazione al convegno, l’avvio di un gemellaggio con la città di Casablanca e di progetti di integrazione reciproca con una delle municipalità più peculiari di questa città Sidi Moumen, presso la cui municipalità sono stati avviati dei progetti sperimentali di recupero sociale che potrebbero essere esportati ed utilizzati anche a Palermo. Inoltre, abbiamo discusso di alcuni progetti riferiti all’imprenditoria femminile rivolti alla creazione di nuove formule di sostegno alle donne lavoratrici rispetto alla cura dei minori e degli anziani. Un’idea che è nata nel corso dell’incontro, è stata poi quella di creare una scuola del cinema e del teatro dell’Euromediterraneo, partendo anche dal fatto che già Palermo ha avviato dei progetti di scuola del cinema, progetti che però non hanno avuto lo sviluppo che meritano e che potrebbe essere dato da nuovi investimenti reperiti attraverso questi piani di lavoro di cooperazione dal respiro internazionale.