Mi stupisce il controricorso di Legambiente e delle altre associazioni portatrici di interessi collettivi in relazione ad un provvedimento che riguarda una parte circoscritta del territorio e che produce, rispetto alla salute, effetti ininfluenti o addirittura peggiorativi della qualità dell’aria. Ritengo che queste azioni siano inammissibili in quanto questi enti devono rappresentare interessi dell’intera collettività e, a mio avviso più correttamente, dovevano intervenire a fianco dei cittadini (che in astratto dovrebbero rappresentare) e non contro gli stessi, chiedendo a gran voce misure correttive ed efficaci per la tutela della salute.
In particolare questi enti dovrebbero chiedere l’immediata interruzione delle emissioni nocive delle navi che sostano al porto – che secondo lo studio dell’Arpa incidono per il 40% sull’inquinamento dell’aria – e chiedere la completa interdizione dei mezzi pesanti che, sempre secondo Arpa, determinano nell’ambito del traffico veicolare una fonte del 60% delle emissioni nocive. Inoltre dovrebbero intervenire in relazione ai tanti cantieri aperti che hanno causato nel tempo e in alcune vie, per esempio via Francesco Crispi, un intenso traffico e accentuati picchi di emissioni nocive.
Con il ricorso al provvedimento istitutivo delle Ztl i cittadini chiedono l’adozione di questi efficaci provvedimenti che riguardano l’intera collettività palermitana e dimostrano che le aree maggiormente inquinate sono fuori dal centro storico e tuttavia rimangono, nonostante gli sforamenti accertati, sprovviste di misure di contenimento delle emissioni nocive. In sintesi sembrerebbe che Legambiente, contrapponendosi ai cittadini (che dovrebbe rappresentare), non senta il bisogno di modificare provvedimenti incompleti e inadeguati e non ritenga di intervenire, come a mio avviso dovrebbe fare, per eliminare le principali fonti di inquinamento cittadino.
Infatti se non dovesse essere concessa la sospensione degli atti impugnati la città resterebbe divisa in due: il centro storico sostanzialmente desertificato e il resto del territorio, trafficato e maggiormente inquinato. Ritengo poco opportuna l’iniziativa di Legambiente e degli altri enti (che tra l’altro si inserisce in un conflitto giuridico e politico senza tenere conto del disagio dei cittadini), mentre avrebbero dovuto più correttamente svolgere un ruolo di intermediazione a garanzia della tutela ambientale e del territorio, non solo per le Ztl ma per l’intera città.
Infatti Legambiente, con il controricorso opposto alle associazioni che hanno chiesto la revisione delle Ztl, afferma nei fatti che le tutto può restare così per com’è. I cantieri possono rimanere aperti sine die, le navi possono continuare ad inquinare e i mezzi pesanti fino a 17 tonnellate (autobus euro 0, bus turistici, autocompattatori e mezzi per il carico e scarico merci) possono circolare nel centro storico in modo illogico rispetto alla tutela della qualità dell’aria. Questi mezzi pesanti, tra l’altro, sono quelli che maggiormente danneggiano i beni monumentali.
Nessuno è contrario alle Ztl ma questo tipo di atti presuppone un’analisi tecnica e scientifica dei flussi viari, che nella fattispecie mancano e non esiste nessuna analisi documentale e tecnica a supporto di questo provvedimento, mentre invece è accertato lo sforamento delle emissioni nelle aree limitrofe alle Ztl. Auspico che i diversi interessi coinvolti, anche alla luce delle ricadute economiche negative che stanno contribuendo alla chiusura di alcuni negozi storici (che soggetti come “Italia nostra” dovrebbero tutelare), possano essere definiti prima della decisione del Tar e previa sospensione del provvedimento in via amministrativa, e che gli enti di tutela ambientale si facciano promotori di questo percorso.
la vicepresidente vicaria
del Consiglio comunale di Palermo
Nadia Spallitta